Svezia

Diario svedese – scritto n.44: opportunità

Questo scritto è il numero 44 di 69 dell'antologia Diario Svedese

Avvincenti colloqui di lavoro.

Giungo alla zona portuale di Frihamnen per il primo colloquio della settimana. Percorso il porto per qualche centinaio di metri individuo la sede della Nasdaq OMX: un immenso magazzino lungo quasi 200 metri, ristrutturato per l’occasione e adibito a sede centrale dell’azienda.
Faccio il mio ingresso nella reception: un vasto atrio, grande quanto un campo da tennis, accoglie i visitatori. Ovunque vi sono pannelli LCD che mostrano i successi dell’azienda e l’andamento dei titoli finanziari in tempo reale.Un impiegato in livrea mi osserva sorridente dietro un lungo bancone in vetro. All’interno sono racchiusi tronchi dalla corteccia bianca, forse betulle. Sul piano in vetro svettano due bandierine, quella statunitense e quella svedese.
Mi viene assegnato un badge personale, vengo dunque invitato ad attendere nella zona ospiti. La zona d’attesa è arredata con strane sedie rosse, apparentemente oggetti di “rinomato” design. Osservo il banco ristoro: un distributore di caffè ad uso gratuito e le spine dell’acqua gassata/naturale fanno compagnia a cesti di frutta e caramelle con il marchio della società.
Alle 14.00 in punto giungono i due intervistatori e mi guidano nel cuore dell’azienda. Il badge mi permette di superare le barriere automatiche in vetro, qualche passo e siamo nell’immensa area relax: ai tavoli e sulle poltrone disposte in cerchio sono seduti vari dipendenti intenti a chiacchierare in un momento di pausa. I lati dell’atrio sono occupati da distributori di caffè e bevande, apparentemente ad uso gratuito. Ampi lucernari illuminano naturalmente gli spazi, resi meno artificiali dall’abbondante presenza di piante e aiuole ricavate negli angoli.
Il colloquio vero e proprio procede senza particolari sorprese. Domande di rito su di me e sui trascorsi professionali, motivazioni del trasferimento al nord e via così. Al di là dello stupore dimostrato dai due dipendenti in merito alla mia manifesta incapacità di parlar svedese, è ordinaria amministrazione. Il lavoro consiste nel fornire assistenza ai clienti per le applicazioni sviluppate internamente dalla Nasdaq. Non avrei modo di mettere alla prova i miei studi passati, trattasi comunque di un’interessante e concreta proposta di lavoro, dopo tanta attesa.
A colloquio concluso stringo la mano agli intervistatori e lascio la sede. Il tutto dopo aver prelevato qualche caramella come souvenir.

Il giorno seguente è la volta dell’appuntamento con la seconda società. Il contatto tra me e il capo-tecnico è stato piuttosto rocambolesco e decisamente fuori dagli schemi: verso dicembre, insoddisfatto della struttura del mio CV, decisi di chiedere informazioni e suggerimenti sul forum di thelocal.net, sito di notizie svedesi in lingua inglese. Morale della favola: oltre ad aver beneficiato di numerosi suggerimenti da parte di diversi volenterosi, la discussione è giunta nel giro di qualche settimana in cima ai risultati di Google catalizzando l’attenzione di diversi “cacciatori di teste”. Mai mi sarei aspettato un risultato simile.
Vengo accolto nella sede dell’azienda ed invitato ad appendere la giacca e mettermi comodo. Presso il guardaroba giacciono varie paia di scarpe. Voltandomi noto diversi dipendenti girovagare per l’azienda scalzi o in sandali. Un ambiente decisamente meno formale dell’azienda visitata il giorno prima.
Mi raggiunge il dinamico e giovanile capo tecnico e mi invita nell’ufficio per scambiare due chiacchiere. Il clima è rilassato e si parla del più e del meno. Illustratomi brevemente il lavoro e descrittami l’azienda, il capo-tecnico mi lascia, è l’ora della “technical-interview”: i suoi due team-member mi porranno domande ad ampio spettro. Uno dei ragazzi è italiano, l’altro svedese. È il momento di essere giudicati!
Iniziamo con domande su sistemi Windows Server, su macchine Linux e su manutenzione generica in campo hardware. Il fuoco è pesante ma le difese tengono. La prima fase viene superata, il ragazzo italiano passa la parola a quello svedese. Sorridendo al collega: “Ora le domande di networking. Questa è la sua specialità”. Qui si comincia a far sul serio, è un 1vs1.
Le domande del tecnico sono mirate e non scendono troppo nel dettaglio: switching e routing, in particolare. Complici i recenti studi e la revisione costante del materiale di studio riesco a dare il meglio di me.
Si passa alla fase security, quindi firewall e funzionamento dettagliato del TCP/IP. Qui, purtroppo, incasso diversi colpi e dimostro la mia debolezza nello specifico. Non si può parlare di knock-out ma a fronte di un brillante inizio la conclusione è meno entusiasmante.
Al di là di tutto, il colloquio avviene nel completo relax e i due ragazzi si dimostrano molto cortesi e amichevoli: le loro intenzioni non sono certo cattive e il tutto si svolge più come una chiacchierata tra amici che un interrogatorio.
Ci salutiamo con la promessa che, se dovessi passare le selezioni, entrerò a far parte di un interessante progetto, costantemente a contatto con tecnologie “bleeding-edge” in un ambiente giovane e dinamico.

In sintesi: la posizione che non avevo attivamente cercato e che più avevo snobbato si è rivelata il lavoro dei sogni. Sempre per uno scherzo del destino, la scelta non dipende più completamente da me. Restiamo in attesa.

Bonus: allego fotografie varie, inclusa la biblioteca centrale di Stoccolma.



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Nicola “spidernik84”, si è trasferito nel Settembre 2010 a Stoccolma, in Svezia. In questo blog troverete il resoconto della sua avventura in terra scandinava, un lungo viaggio alla ricerca di un impiego e di nuove opportunità, ricco di avventure inconsuete e testimonianza delle sorprese che un trasferimento all’estero presenta. Ad inizio 2019 lascia temporaneamente la Svezia per un periodo sabbatico nel circuito WWOOF.