Diario svedese – scritto n.14: una nuova settimana
Seconda domenica a Stoccolma. Ultima notte al Belman.
Mi sveglio nella più totale solitudine. Basil se n’è andato, così come buona parte degli ospiti dell’ostello. Siamo rimasti in meno di dieci.
Passo la giornata ad inviare il curriculum e a cercare altri appartamenti.
Ho appuntamento la sera con amici per mangiare qualcosa in città. Mentre sto lasciando l’ostello, il gestore mi avvisa di aver cambiato il codice di accesso della porta: questa notte dormirò da solo, quindi, per sicurezza, la combinazione è diventata 1111. Un codice inviolabile.
Lasciato l’ostello mi dirigo a Friedhemsplan, la solita stazione di cambio. Ci troviamo al distretto di Radmansgatan e mangiamo fish ‘n chips in un originale pub irlandese.
Faccio il mio rientro al Belman e digito il codice sulla porta: accesso negato. Mi sarò sbagliato. Riprovo: accesso negato. Dannazione, ma sono sicuro fosse 1111. Ricontrollo: il codice è corretto, l’amico marocchino deve averla fatta fuori dal vaso.
Lo chiamo, dopo dieci minuti arriva. Si mette ad armeggiare con la maniglia per un minuto e riesce ad aprire la porta. Mi invita ad entrare, guardandomi con fare di sfida: “See, it works…”. Ma “it works” cosa, che fino ad un minuto fa non si apriva? Sì sarà accorto dell’errore e avrà reimpostato il codice per fare la bella figura…
Anche all’ultimo, il Belman si rivela essere una sòla di bibliche proporzioni. E io sono ancora senza casa! Domani quarto ostello: Best Hostel City. Comincio a rompermi le palle. Passatemi il francesismo!