Svezia

Diario svedese – scritto n.32: Simhallen, la piscina

Questo scritto è il numero 32 di 69 dell'antologia Diario Svedese

L’autore e la prima nuotata in Svezia. Aggiunte all’appartamento. Attesa.

Assedio

La sedentarietà, il materasso e le sedie da quattro soldi IKEA non giovano al mal di schiena. Tutti i problemi che in Italia erano ormai un lontano ricordo (grazie al nuovo materasso e al nuoto) si sono prepotentemente ripresentati.
Mi sveglio alle 7.00 con l’intento di trovare una piscina vicina alla mia abitazione. Scopro con gioia che la piscina più vicina è a Sundbyberg, a soli dieci minuti di autobus da casa mia. Fortuna vuole che la linea sia la 504, la cui fermata e a venti metri dalla porta di casa.
Dopo una leggera colazione esco e salgo a bordo dell’autobus diretto a Sundbyberg. Scendo alla fermata di Lötsjön, un piccolo laghetto immerso nel verde. Non avendo particolari limiti di orario, indugio per scattare qualche fotografia.
Il laghetto pullula di volatili di ogni genere, pacificamente intenti a nuotare sulla zona dello specchio d’acqua non ancora ghiacciata. Nell’estrarre la fotocamera desto l’attenzione delle creature, evidentemente abituate ad essere generosamente cibate dai passanti. Nel giro di pochi secondi vengo letteralmente preso d’assedio da ogni sorta di pennuto vivente: oche, papere, anatre, passeri. Constatata la situazione di inferiorità numerica, opto per il ripiegamento. A riprova del pacifico rapporto uomo-natura presente nel nord Europa, cammino nel variegato stormo di pennuti senza destare troppo timore.

Lago ghiacciato

Seguo il vialetto lungo il lago e, fiancheggiato il campo di curling, giungo alla “Simhallen”. Alla cassa, scopro con soddisfazione che, essendo la piscina fuori dal network degli impianti di Stoccolma, il prezzo è più basso: la tizia mi illustra i prezzi: “for you, a single entrance is 50 sek. If you want twelve entrances, for you is 500 sek”. Sorvolo sul “for you” che fa tanto “dannato immigrato”, concentrandomi sulla bontà dei prezzi: in Italia i prezzi medi stavano sui sessanta euro per dodici ingressi e sei euro il singolo. Non male!

Indossato il costume, mi avvicino alla piscina è osservo la curiosa disposizione delle “corsie”. Nelle piscine nostrane è possibile scegliere una corsia e nuotare avanti e indietro a piacere. In Svezia, no. Loro hanno il “motionsimm”. In sostanza le corsie non sono separate singolarmente, bensì due a due. Si crea pertanto un’area dove è necessario nuotare in cerchio, lungo i lati del rettangolo che si viene a formare, tutti alla stessa velocità. Un po’ come le paperelle al luna park, con la differenza che non si vince nessun premio e ci si rompe un gran tanto le balle.
Fortuna vuole che a mezzogiorno non ci sia nessuno, quindi sguazzo amabilmente per un’oretta. Sono l’unico con cuffia e occhiali da piscina: in Svezia non hanno simili finezze. Inoltre la piscina è evidentemente di vecchia concezione, in quanto il rivestimento interno non è sintetico bensì in mattonelle.

Fine design

Felice e con i muscoli più sciolti, rientro in appartamento e sistemo un paio di “mancanze”: in Svezia sembra di uso comune predisporre i soffitti con una spina specifica per lampade, differente dalle normali shuko o tripolari nostrane. Non avendo intenzione di acquistare una lampada o rimuovere la spina, ho risolto con una soluzione che delizierebbe il più fine dei designer d’interni.  Santo mi ha gentilmente fornito un portalampada di recupero: spelati i cavi, li ho infilati artigianalmente nel connettore. Ora ho la mia lampada da cucina.

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Nicola “spidernik84”, si è trasferito nel Settembre 2010 a Stoccolma, in Svezia. In questo blog troverete il resoconto della sua avventura in terra scandinava, un lungo viaggio alla ricerca di un impiego e di nuove opportunità, ricco di avventure inconsuete e testimonianza delle sorprese che un trasferimento all’estero presenta. Ad inizio 2019 lascia temporaneamente la Svezia per un periodo sabbatico nel circuito WWOOF.